Ieri abbiamo parlato degli atleti e di come la loro solitudine possa essere un problema (in proposito vi consigliamo la lettura di un grande racconto, La solitudine del maratoneta di Sillitoe). Oggi invece, dopo la giornata di ieri, vorremmo parlarvi delle gare a squadre, che tranne rari non sembrano discipline propriamente olimpiche visto che hanno le vetrine più importanti fuori dalle Olimpiadi come il calcio, il basket. Sorprende innanzitutto la mancanza dell’Italia da quasi tutte le competizioni a squadre, soprattutto nella pallacanestro nella quale a cavallo tra gli ’90 e il 2000 siamo riusciti a vincere un oro, un argento e un bronzo europei e un 2° posto alle Olimpiadi di Atene contro l’Argentina. Oppure il calcio, visto che la nostra Under 21, scheletro delle nazionali olimpiche, è tra le migliori in Europa nonostante recenti problemi.
E allora il tifo italico, quello mutuato dal calcio che si appassiona di più per le imprese a suon di gol o raggiunte con un pallone, ripiega su due grandi classici dello sporta azzurro come la pallavolo e la pallanuoto, le cui nazionali maschili ieri hanno raggiunto due insperate semifinali. La nazionale di volley ha sconfitto per 3-0 i campioni in carica degli Stati Uniti, giocando una pallavolo come mai era riuscita finora alla squadra di Berruto, che ha il peso terribile di dover arrivare dove nessuno è mai giunto, all’oro olimpico, che abbiamo sfiorato nel ’96 (contro l’Olanda) e nel ’04 (contro il Brasile), nel periodo in cui l’Italia era assoluta dominatrice di questo sport. Altra grande impresa è quella del settebello che ha battuto 11-9 – ma dominando per i primi 3 quarti – i tre volte campioni olimpici magiari che sembravano insuperabili nonostante noi fossimo i campioni del mondo in carica. Grandi lezioni di pallavolo e pallanuoto e grandissimi Felugo e Savani per puntare alle medaglie.
Ma che fine hanno fatto le donne, visto che fino a qualche tempo fa anche negli sport di squadra surclassavano i risultati degli uomini? Sono purtroppo tra le maggiori delusioni di queste Olimpiadi. Le ragazze della pallavolo, vincitrici l’anno scorso della Coppa del mondo, sono state eliminate un po’ a sorpresa dalla Corea del Sud facendosi dominare da una squadra giovane ed esplosiva senza mai evidenziare i suoi talenti; il setterosa invece da campione d’Europa in carica ha fatto un torneo disastroso giustificato solo in parte dalla circostanza che tutte le partecipanti, visto il numero esiguo, sarebbero passate ai quarti. Ma poi la sconfitta contro gli USA e i 14 gol presi dalla Cina nel gironcino delle perdenti, che le ha portate a piazzarsi al 7° posto precedendo la Gran Bretagna, hanno portato alla luce una squadra che dal rilancio degli ultimi 2 anni è sembrata scarica soprattutto mentalmente.
Nella 2^ giornata di fila senza medaglie italiane, chiudiamo segnalando un mito tutto britannico in uno sport che sembra il perfetto simbolo dell’establishment di sua maestà: Nick Skelton, 55enne cavaliere britannico che ieri ha trafitto al cuore il suo pubblico. Dopo una carriera incredibile in cui ha vinto di tutto, dopo l’oro a squadre nel salto a ostacoli, ieri si apprestava a sbaragliare la concorrenza vincendo la sua prima medaglia olimpica individuale dopo favolosi percorsi netti nelle preliminari. Quando poco prima dell’arrivo, il suo cavallo Big Star ha abbattuto un ostacolo sporcando una gara memorabile, a tutti gli spettatori, commentatori compresi, è scappato un urletto, è saltato un battito. Skelton solo 5° e con 4 punti di penalità. Gli inglesi hanno avuto una buona descrizione di quella che potrebbe essere la caduta degli dei. Come una piccola apocalisse sportiva.